La teoria della diversita', topic definitivo

sperando che non perda di vista pure questo

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  1. _Doc_
     
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    UNDICESIMA PUNTATA

    Alla fine della giornata l’esercito di Frahagrind e quello di Toul decisero di accamparsi in una radura che sorgeva in mezzo alla foresta incantata degli elfi, ma senza allontanarsi troppo dal sentiero che stavano percorrendo. Il vociare dei soldati copriva tutti i rumori notturni della foresta, ma non tanto da risultare fastidioso.
    Frahagrind e Toul sedettero attorno ad un fuoco esattamente come tutti gli altri uomini, ma non vollero nessuno accanto.
    Il capo dei power era visibilmente pensieroso, e Toul, accorgendosene, non perse l’occasione per spezzare il suo flusso di coscienza, come faceva praticamente sempre.
    “Oooh Frahagrind non farmi pentire di averti concesso l’onore di mangiare alla presenza del mirabolante Toul!”
    Disse cosi’, e stacco’ con un morso un pezzo della carne che stava masticando avidamente, accompagnandola con una lunga sorsata di birra. Anche Frahagrind stava mangiando, seppur con poco appetito, ma dovette abbassare il suo cibo per concentrarsi unicamente su una delle tante risposte che gli vennero alla mente. Sorrise fissando la faccia di Toul illuminata solo dal fuoco, scarto’ quelle volgari e offensive, e gli disse:
    “Si, MIRABOLANTE Toul, perdonami se non posso fare a meno di pensare al fatto che stiamo per combattere una guerra dove molti di noi moriranno.”
    “Una volta ti piaceva la guerra, sciocco. Perche’ adesso dovrebbe essere diverso?”
    “Perche’ questa volta il nostro nemico e’ potente.”
    “Stronzate Frahagrind, e’ solo TROPPO.”
    Frahagrind non seppe cosa rispondere, effettivamente Toul aveva ragione ma la faccenda non era tanto diversa. Il capo dei prog approfitto’ del silenzio per aggiungere:
    “Amico mio, guarda la nostra gente. I nostri fratelli.” e indico’ tutto l’accampamento dietro attorno a se “Stanno mangiando, bevendo e suonando, eppure anche loro dovranno combattere. E sai perche’ nessuno e’ preoccupato?”
    “… Perche’, Toul?”
    “… In realta’ non lo so. Ma non sono preoccupati, ed e’ questo che conta. Sarebbe stato tremendo mandare a morire una massa di metallari senza spina dorsale. E poi ci sono i Dream assieme a Venly e signora, che daranno un grosso contributo a farci trionfare. Perche’ e’ questo che succedera’ Frahagrind, io ti prometto che vinceremo. E adesso dissolvi quest’aura grigia di depressione, mi sta uccidendo.”
    Frahagrind non rispose nulla, ma sul suo viso ora piu’ sollevato comparve un sorriso. Riempi’ il proprio boccale e quello dell’amico, li alzarono e fecero un brindisi silenzioso.



    Alla fine della giornata sei persone erano giunte davanti alla massiccia porta in legno dell’apocalypse tower, che svettava verso l’alto come se volesse lacerare il cielo, che in quell’ambiente spoglio e desolato sembrava essere preda della stessa aridita’ che aveva divorato tutta la zona circostante. L’ apocalypse tower infatti sorgeva nel bel mezzo di un’area desertica, sebbene il sole bruciante non avesse trasformato in sabbia tutto il terreno, conservatosi solido. La presenza di alcune radici enormi ma ormai senza vita testimoniava il fatto che tutta la zona aveva subito degli sconvolgimenti climatici di entita’ mastodontica, e con tutta probabilita’ nessuno di essi era di origine naturale.
    Soph, facendosi portavoce di tutti e quattro i Dream, smise di fissare insistentemente la torre e si volto’ in direzione dei compagni:
    “Se qualcuno di voi si sente troppo stanco per proseguire immediatamente, lo dica pure. E’ meglio perdere una notte di ricerche, piuttosto che trovarci troppo esausti quando potrebbe essercene davvero bisogno.”
    Era evidente che anche se si stava rivolgendo a tutti i presenti, Soph voleva lanciare il messaggio specialmente a Venly e a Godiva. Non conosceva questi ultimi bene come gli altri Dream, e non poteva essere certo del loro comportamento. Proprio per questo motivo fu abbastanza sorpreso nell’udire la risposta di Venly, sebbene non lo desse a vedere.:
    “Entriamo immediatamente, questa passeggiata non e’ nulla rispetto a quanto mi aspetto di trovare dietro quel portone.”
    “Molto bene. In questo caso andiamo senza esitare. Seguitemi.”
    Mentre si avvicinavano al portone, Venly si avvicino’ al capo dei Dream e gli disse che sembrava che egli sapesse parecchie cose sulla apocalypse tower.
    “E’ solo perche’ ho compiuto delle ricerche assistendo il nostro signore. Lui punta moltissimo su questa nostra opportunita’, anche se difficilmente lo potrebbe ammettere.”
    Venly non rispose piu’ nulla, e si limito’ a giungere assieme agli altri, affiancato dalla sua dolce compagna, al portone.
    Tutti furono abbastanza sorpresi nel momento in cui due dei Dream spinsero i grandi battenti e il portone si spalanco’ senza difficolta’, seppur con qualche cigolio.
    “Beh, non e’ una novita’” disse Soph, tetro “Che la apocalypse tower non sia deserta. Ma proseguiamo, se cominceremo proprio ora a farci scoraggiare non combineremo assolutamente nulla.”
    Disse cosi’, e per dare una sorta di buon esempio entro’ per primo. Gli altri lo seguirono avvolti in un silenzio carico di tensione e di oppressione.

    ______________

    Il prossimo episodio sara' incentrato sulla nostra bella task force: cosa succedera' dentro la apocalypse tower? e che cosa stanno architettando i tamarri, che da molto tempo non si fanno piu' sentire? e infine, riusciranno i tre sovrani a incontrarsi come pattuito? tutto questo e molto altro ancora prossimamente sulla teoria della diversita'
     
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  2. _Doc_
     
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    DODICESIMA PUNTATA

    L’antro della apocalypse tower era illuminato con delle torce incastrate in alcuni anelli di metallo fissati alle pareti di forma circolare. Cio’ confermava perfettamente i sospetti e i timori di Soph, ma il coraggioso gruppo non ebbe il tempo di fare una considerazione simile, dal momento che la loro attenzione era stata completamente attirata dallo stuolo di cadaveri di bestie, animali e abomini di ogni genere, forma e dimensione.
    Era un massacro: C’erano svariati esseri di forma umanoide coperti di tagli e con gran parte delle interiora sparse accanto a loro, un buffo mostro a due teste, che aveva subito sorte ben piu’ terribile, avendo il corpo coperto di ustioni di fiamme e di acido. E ai piedi della maestrosa scala a chiocciola, che nonostante il sangue che la imbrattava copioso e gli effetti logoranti del tempo si era mantenuta splendida come appena costruita, stava una specie di grosso felino nero dal corpo semi evanescente, anch’esso inequivocabilmente senza vita.
    Soph imbraccio’ la potente chitarra, imitato immediatamente dagli altri Dream, e disse in tono lugubre: “Come vi ho detto, non siamo soli. Occhi e orecchie aperte”.
    Godiva e Venly impugnarono le loro armi e si affiancarono ai Dream, per coprirsi a vicenda. Guardandosi attorno tuttavia non videro nulla di inusuale, eccezion fatta per il pessimo gusto nel decorare gli ambienti. Gli affreschi sulle pareti e sul soffitto raffiguravano tutti scene di guerra o di massacri di vario genere. Non vi era nessun arredo nell’atrio, il che faceva risaltare ancora di piu’ le sue dimensioni impressionanti. L’odore di chiuso dava alla testa.
    Soph fece silenziosamente cenno al resto del gruppo di andare su per le scale, precedendoli e dandogli il buon esempio, e facendo attenzione a non inciampare nella carcassa del felino, o di non scivolare nel sangue. Gli altri lo seguirono a ruota, su per gli scalini spaziosi che sembravano non finire mai.
    Giunsero finalmente al secondo piano, e la cosa che li lascio’ di sasso fu che era un’esatta riproduzione del primo. I medesimi affreschi e apparentemente lo stesso numero di torce accese affisse alle pareti. Venly represse un brivido scrollando le spalle. La cosa rassicurante e’ che non c’erano cadaveri, il che spinse Soph a prendere una decisione, pur non abbassando la guardia: “Qui sembra tutto tranquillo. Cercate dappertutto, devono esserci delle porte o delle botole da qualche parte. Cio’ che stiamo cercando e’ sicuramente nascosto, anche se non sappiamo a quale piano.”
    “Soph, questa e’ una torre, come fanno a esserci delle porte in queste sale circolari?” disse uno dei suoi compagni Dream.
    “E’ semplice: mi sono accorto che la dimensione di queste stanze e’ leggermente inferiore alla circonferenza della torre stessa. Quindi su qualcuno di questi piani, dovrebbe esserci una sorta di anello circolare piu’ esterno.”
    Gli altri non dissero nulla e continuarono a cercare ancora per alcuni minuti, sebbene ciascuno, nel proprio silenzio, fosse sinceramente ammirato per l’acume del Dream.
    Non trovarono nulla. Salirono su di un piano e ricominciarono la loro ricerca. Andarono avanti cosi’ a lungo, salendo sempre piu’ in alto nella apocalypse tower, schivando i cadaveri di strane bestie in numero sempre crescente, fino a che, dopo qualche ora, decisero di fermarsi per qualche minuto a riprendere fiato. Cio’ che successe nei minuti successivi e’ storia.
    Il gruppo vide una testa nanica sporgersi dal piano superiore, ed urlare in modo molto eccitato: “Compagni, compagni! Ci sono degli altri qui!!”
    Segui’ un coro di voci confuse, miste al pesante rumore di passi che si precipitavano giu’ dal piano di sopra.
    Soph e i suoi fissarono con la fronte aggrottata in un’espressione perplessa le persone che erano ora davanti a loro: un nano tutto bardato con un’armatura, una giovane donna vestita in pelle nera che camminava costantemente sulle punte dei piedi guardandosi attorno con circospezione, un’altra donna di razza elfica che stava giocando a produrre fulmini dalle orecchie… E infine c’erano un essere alto e grosso dalla pelle giallognola che in quel preciso momento si stava grattando il sedere con entrambe le mani, accompagnato da un omino vestito di bianco che aveva la testa rivolta verso l’alto e biascicava cose senza senso a riguardo di “potere divino” “la risposta” e “l’illuminazione”.
    Il silenzio sconcertato dei Dream e di Godiva e Venly non duro’ molto, poiche’ fu interrotto brutalmente dall’urlo del barbuto nano: “Punti esperienza! Non lasciamoli scappare!!”
    “Ma che cos…”
    Soph non fece in tempo a dire nulla, che subito si trovo il nano addosso che stava cercando di colpirlo con il suo grosso martello da guerra, urlando a squarciagola cose tipo: “dodici piu’ sei diciotto! Colpito! Un di otto piu’ tre!”
    I Dream e i due compagni si fecero immediatamente avanti difendendosi strenuamente usando sia le armi convenzionali che le loro chitarre, mentre cercavano di fermare quel gruppo di fuori di testa.
    “Ma siete scemi?! Smettetela!”
    Quelli sembrarono non sentire ragioni finche’ Soph non distrusse la propria chitarra sulla testa dello sfortunato nano, che stramazzo’ a terra ululando dal dolore, sovrastato dalle urla furiose di Soph, che lancio’ via cio’ che restava del suo strumento in mezzo agli altri. Piu’ per abitudine che per un bisogno reale, si disse Venly.
    “Ahiiiii questi erano tanti danni debilitanti!!! Basta basta non picchiarmi piu’, non possono resuscitarmi ancora!”
    “Finalmente vi siete dati una calmata? Ora possiamo parlare oppure no?”
    La tale vestita in nero mormoro’ un qualcosa tipo “odio questi png chiacchieroni”, ma nessuno sembro’ udirla. Il nano prese la parola:
    “Scusateci signori avventurieri” disse inchinandosi buffamente e cambiando atteggiamento in un lampo “sembra che ci sia stato un piccolo fraintendimento. Dobbiamo avervi scambiato per dei mostri. Noi siamo la gilda dei balconi, e voi chi siete, e che cosa ci fate in questo posto?”
    Soph sospiro’ ampiamente prima di rispondere: “Siamo onorati. Noi siamo i Dream, e questi due” indico’ Venly e Godiva, che era stata visibilmente presa di mira dal giallognolo, con un cenno del capo “sono Godiva e Venly. Siamo qui per cercare una potentissima reliquia che e’ nascosta da qualche parte nella torre.”
    “Oh, anche noi siamo qui per lo stesso motivo. Sapete, ce l’ha ordinato il re.”
    “Non ho mai sentito una scusa cosi’ banale.”
    “Ah no? E che mi dite del ‘vi incontrate tutti per caso in una foresta’?”
    “Beh, in effetti… quantomeno e’ poco plausibile.”
    Soph alzo’ le spalle.
    “Comunque: l’avete voi?”
    “Certo che l’abbiamo noi signore. La volete? A che vi serve? Quanto potete pagarla?”
    “Ci serve per salvare il mondo.”
    “Si come no, noi ci dobbiamo ammazzare i draghi.”
    “Non sto scherzando.”
    “Certo certo. Non se ne parla nemmeno, noi abbiamo ammazzato tutti i mostri pericolosi che c’erano qui, percio’ e’ la nostra giusta ricompensa.”
    Soph termino’ le frecce al suo arco e non seppe piu’ cosa obiettare, pertanto cerco’ di giocare d’astuzia.
    “E’ vero, e’ vostra di diritto, ma lo sapevate che e’ maledetta?”
    “Cooosa?”
    “Giuro. Facciamo cosi’: voi ce la consegnate, noi rimuoviamo la maledizione che grava su di essa, ne approfittiamo per usarla e ve la restituiamo.”
    Il nano socchiuse gli occhi.
    “Non ci stai cercando di raggirare mmm? Sai che ho percepire inganni io?”
    “Dico la verita’ mastro nano.”
    Il silenzio che segui’ fu rotto da un pesante rumore, come di qualcosa che cade per terra e rotola brevemente fino a fermarsi.
    “Oh va bene allora! Vi affidiamo il nostro prezioso tesoro, sono sicuro che manterrete la parola data.”
    “Non dubitatene signori.”
    La tale vestita in pelle prese il suo comodo zainetto e ne estrasse una specie di tubo in argilla nera e lo porse a Soph rivolgendogli un sorrisetto quasi imbarazzato. Il leader dei Dream lo accetto’ immediatamente e con una certa trepidazione. Si volto’ verso i suoi compagni rivolgendogli uno sguardo di intesa che lasciava trapelare la sua felicita’ per la vittoria.
    “Vi dobbiamo proprio ringraziare, senza di voi saremmo stati perduti.”
    “Non c’e’ problema, basta che ce la riportiate…”
    “Ve l’ho promesso. Ora dobbiamo proprio andare… Addio, e grazie!”
    Cosi’ dicendo si lancio’ giu’ dalle scale facendole a due a due, prontamente seguito dagli altri che come lui non stavano piu’ nella pelle. Mentre scendevano decise di fare il punto della situazione:
    “Non ci resta che andare alla piana di Deep adesso! Li troveremo lord Toul e lord Frahagrind, e se tutto va bene, anche lord Mydhen! Possiamo farcela, ma dobbiamo muoverci! Lo scontro finale e’ ormai imminente!”
    Per tutta risposta gli giunse all’orecchio una schitarrata che recava una melodia carica di tensione accompagnata da uno scream.
    “Labrax sei un idiota” disse semplicemente lui.
     
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  3. Sniper-Viper
     
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    cazzo, sono indietro!! e devo studiare!!!
     
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  4. _Doc_
     
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    ah ma allora c'e' qualcuno che ancora se lo incula sto topic :mellow:
     
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  5. Sniper-Viper
     
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    :snape:
     
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  6. Freno Le Roi
     
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    In realtà sì.
     
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  7. _Doc_
     
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    DODICESIMA PUNTATA - APPENDICE: MEANWHILE I TAMARRI

    “Eheh eheh minchia oh min-minchia m-m-minchia ooooooh-OOOH!”

    Versi bestiali che avrebbero fatto rabbrividire qualunque essere vivente provvisto di intelligenza accompagnavano la lenta ma inesorabile marcia dell’ esercito dei tamarri, che sembrava non avere mai termine. Lento, ma inesorabile, avanzava verso la piana di Deep, proprio come Toul aveva previsto, lasciandosi alle spalle un terribile spettacolo di devastazione. Nessuno dei tamarri portava armi con se, non era nella loro natura di gregge farlo. Ed inoltre, cio’ contribuiva ad attirare l’attenzione su Minchiabboss, l’unico rivestito da una corazza sulla quale spiccava una scritta grezzamente istoriata, un “MINCHIA OH” scritto a caratteri cubitali. Aveva inoltre con se due miseri coltellini, ma riposti nei loro foderi.

    “Oh minchia oh, lord Minchiabboss, gli esploratori cioe’ sono tornati porcoddue, e hanno detto che minchia oh la piana di Deep dista solo qualche altro giorno di cammino ooooh.”
    Minchiabboss fisso’ con sguardo inespressivo il tamarro che era appena venuto, secondo gli ordini, a riferirgli le novita’. Gli annui’, e rimase in attesa di altro.
    “E poi cioe’ anche le nostre truppe speciali stanno fervendo. Porcoddue e’ sempre piu’ difficile tenerle buone, minchia Oh”.
    “Mmminchia oh non ti preoccupare cosino, cioe’ porcoddue quando le sguinzaglieremo sara’ meglio che siano feroci porcoddue, ooh!”
    “Si oh Minchiabboss!”
    “Minchia oh adesso continuiamo, cioe’ dobbiamo arrivare alla piana di Deep prima possibile porcoddue! Non vedo l’ora di rompere tutte quelle teste metallare piene di capelli! M M M INCHIA OOOOOH!”
    L’ insignificante sguattero si dileguo’ piu’ in fretta possibile ad eseguire gli ordini del suo capo che, in piedi sul suo carro ed a braccia incrociate, gia’ pregustava il momento in cui sangue metallaro avrebbe macchiato la terra per sempre.

    TREDICESIMA PUNTATA

    “Venly, amore, ma non ti sembra che questo Soph stia monopolizzando troppo la scena? Voglio dire, e’ un bravo condottiero, senz’altro, e’ carismatico, ma… Non stara’ prendendo troppo la mano a comandare?”
    Venly sospiro’ cingendo con un braccio i fianchi della sua amata.
    “Si piccola mia, e’ vero, ma devi pensare che probabilmente anche lui e’ teso… In piu’, forse questo e’ il risultato dell’ aver vissuto sotto il regime di Toul, magari si diventa cosi’ tutti seri. Io credo che se lo avessimo conosciuto in un altro momento, l’avremmo trovato gentilissimo e cortese.”
    “Dovete continuare ancora per molto a parlare di cazzate laggiu’, o potete muovere il vostro culo da power e darvi una mossa!?!?” Sbraito’ il comandante dei Dream, qualche trentina di metri piu’ avanti e con visibile impazienza di tornare dal suo signore, vittorioso.
    “Visto tesoro? E’ adorabile, te lo dicevo io.”
    Godiva non sembro’ del tutto convinta. Scosse leggermente la testa, diede una pacca sul sedere del marito e accelero’ il passo.
    Attorno a loro il paesaggio circostante la apocalypse tower era scomparso, rimpiazzato nuovamente dai sentieri erbosi e boscosi circostanti tutta l’area di dominio dei power. Una volta che la coppia ebbe raggiunto Soph e gli altri Dream, quello borbotto' una sequela di imprecazioni che sembrava interminabile. Godiva e Venly si fissarono ancora una volta, confusi, senza capire cosa stesse capitando al loro temporaneo leader. Godiva penso' a qualcosa come "i fiumi di porpora", ma si affretto' a rimuovere dalla propria mente quell'immagine.
    Uno dei Dream, come se avesse letto la confusione sui volti dei due, si avvicino' a loro e comincio' a spiegargli, a bassa voce, che Soph era semplicemente molto stanco e li rassicuro' sul fatto che fa sempre cosi', ma che non c'e' da preoccuparsi.
    "Ma che cazzo, ma dico io! Nano di merda! Ho anche sprecato una delle mie preziose chitarre per lui..."
    Disse cosi', tamburellando sul manico del suo nuovo strumento, una chitarra in tutto e per tutto identica alla precedente. In quel momento tutti si resero conto che nessuno aveva visto dove l'aveva presa, e vissero pochi istanti di puro terrore, che comunque passarono quasi subito.
    "Almeno nessuno di noi e' schiattato, a dir la verita' non me lo aspettavo, credevo fosse un posto decisamente piu' pericoloso... Forse lo era, ma quei porci avevano gia' ripulito tutto. Beh, direi proprio che e' meglio cosi'."
    Si volto' e diede una lunga occhiata al petto prosperoso di Godiva, che immediatamente riacquisto' il buon umore. Venly tossicchio'.
    "Beh, in ogni caso non resta altro da fare che tornare il piu' velocemente possibile da lord Toul e gli altri... Ci staranno tutti aspettando nella piana di Deep, e senza di noi potrebbero non farcela."
    Si volto' verso la coppia.
    "Siete mai stati in guerra voi due?"
    Godiva e Venly scossero la testa quasi contemporaneamente.
    "Siete proprio dei ragazzini allora. Ascoltate, non voglio che voi moriate. Voglio che muoiano meno metallari possibile, men che meno voi due che ormai, dopo aver viaggiato insieme, siete piu' legati a me che non molti altri, e men che meno Godiva chee'unagranbellagnocca."
    "Percio' sentite bene: La prima carica e' tutto. Sopravvivete alla prima carica, e sopravviverete alla guerra. Dopo la carica, ricordate di non voltare MAI le spalle al nemico! Mai, in nessun caso, neanche doveste sentire urla agonizzanti di aiuto. Chiaro? E' il metodo migliore per essere sopraffatti, uccisi e sodomizzati, non necessariamente in quest'ordine."
    Venly represse un brivido.
    "Fate come vi dico e non morirete. Non strafate e non fatevi prendere dal panico... Un metallaro non e' mai solo. C'e' sempre qualcuno affianco a lui. Non ve lo dimenticate mai." Disse cosi', e si batte' un pugno sul torace all'altezza del cuore.
    L'ammirazione di Venly e Godiva per quell'uomo crebbe a dismisura... Eppure ne lei ne lui riuscirono a togliersi di dosso una sgradevole sensazione, un pessimo presentimento che attanagliava i recessi piu' profondi del loro cuore. Decisero di ignorare questo sospetto per quanto possibile, e continuarono a camminare, sempre piu' stanchi e stremati, verso la piana di Deep.
    Ogni passo li avvicinava sempre di piu' al loro nemico. Ogni passo li avvicinava al luogo in cui avrebbero deciso se vivere da eroi, o morire da uomini.








    Adesso vediamo chi cazzo le legge ste due puntate :-D:
    Considerate che sono di transizione, rendetevi conto della situazione: stanno tutti andando alla piana di Deep, quindi dalle prossime puntate in poi ci sara' molta piu' azione :-D:
     
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  8. nargur
     
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    continua!!!
     
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  9. _Doc_
     
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    QUATTORDICESIMA PUNTATA

    "Guardali, Toul. Guarda tutte le loro facce senza volto. Uno sterminato fiume di fotocopie, vuote, senz'anima."

    "Li vedo Frahagrind. Abbassa quello spada ora, non devi alzarla tutte le volte che dici qualcosa di profondo."

    "Scusa. Sai, la forza dell'abitudine."

    I due eserciti, a qualche centinaio di metri di distanza, si fissavano. Nei loro sguardi ardeva un odio senza tempo, l'odio degli eterni nemici.
    Tutti i metallari erano schierati in modo impeccabile, rigorosamente vestiti con le loro uniformi d'ordinanza in pelle nera. Molti di essi avevano inoltre la faccia dipinta di bianco, ornata con delle terrificanti decorazioni nere. Erano armati in modo diverso, a seconda della loro fazione. Fazioni unite, dopo cosi' tanto tempo. I fedeli a Frahagrind erano armati con buffe spade enormi e riccamente decorate, in un tripudio di acciaio e di metalli preziosi. Gli uomini di Mydhen stringevano dei possenti martelli da guerra, grossi almeno quanto una testa umana, simbolo delle loro radici e delle loro origini piu' profonde. I prog... Loro facevano cio' che sanno fare meglio. Erano schierati ai lati e dietro alle altre due fazioni, e tutte avevano una pesante strumentazione musicale.

    I loro tre Leader stavano in piedi su una roccia davanti ai soldati, vestiti di tutto punto e pieni di borchie e catenine scintillanti, che li avrebbero resi visibili da qualsiasi loro compagno. Anche loro, riuniti dopo cosi' tanto tempo, dopo la prima cacciata dei tamarri nei loro letamai.

    "Soph e gli altri non si vedono ancora. Temo che non ce l'abbiano fatta."

    Toul rivolse a Mydhen un'occhiataccia piena di risentimento.

    "Non pensarci nemmeno. I dream sono i miei migliori uomini, e torneranno. Spera piuttosto che tornino con qualcosa in mano, e magari in tempo prima che ci troviamo in un mare di guai."

    Nessuno rispose. Dall'altro lato della piana, l'infinito esercito di Minchiabboss scalpitava come una belva feroce in attesa di essere liberata. I tre Leader provarono un moto di disgusto, nell'osservare una tale razza retrograda.

    "Coraggio, andiamo. Sentiamo cos'ha da dirci quel minchiabboss, nel pieno rispetto del codice morale."

    Si avviarono insieme verso il centro della piana, mentre l'esercito alle loro spalle rimaneva fermo in attesa di ulteriori ordini. Simultaneamente, anche Minchiabboss si fece avanti, da solo.
    I tre si incrociarono al centro della piana di Deep, e si studiarono a lungo, senza mascherare il loro reciproco astio. Dopo circa un minuto fu Minchiabboss a parlare.

    "Oh minchia oh, eccoli qua sti metallari dimmerda porcoddue."

    Ma gia' dopo il primo "OH", Toul e Mydhen stavano tenendo per le braccia Frahagrind che gia' si era scagliato contro di lui.

    "Lasciatemi, lasciatemi che gli spacco la testa e la finiamo una buona volta."

    Il perfido Minchiabboss si mise a ridere: "Minchia bo', questo vuol dire che non ci sara' nessuna resa porcoddue. Aspettateci, che vi parcheggiamo le mani in faccia porcoddue." Disse cosi' e si allontano', mentre Frahagrind stava esplodendo.

    "Parcheggio le mani in faccia? Ma come parla?!"

    "Basta, torniamo indietro! Aspetta due minuti e potrai sfogarti Frahagrind!"

    Quest'ultimo, suo malgrado, fisso' il dondolante minchiabboss allontanarsi, e smise di opporre resistenza dirigendosi, accompagnato dagli altri due, di nuovo verso i suoi uomini. Senza aspettare ne dire nulla, si erse in piedi sulla roccia su cui stava prima, e comincio' ad urlare a squarciagola, animato da una brama e da un desiderio di battaglia che non credeva piu' di possedere. Brandendo lo spadone per aria.

    "Fratelli! Miei fratelli nel metallo! Questo e' il giorno in cui per l'ennesima volta combattiamo il nostro nemico! Come i nostri padri, e i nostri nonni, e prima ancora, la nostra chiamata al dovere sopraggiunge! E noi rispondiamo! Molti di noi cadranno in questo giorno, ma nessuno di voi avra' il permesso di cadere senza essersi portato dietro almeno cinque di quei rifiuti laggiu'! Siamo i figli del metallo, e siamo orgogliosi di esserlo! E' il momento di dimostrarlo! Non abbiate paura, ma colmate il vostro cuore della sacra furia, e rendete il vostro corpo duro come l'acciaio! Nessuno puo' ferirci, perche' la nostra devozione e la nostra convinzione sono immortali! Non abbiate paura di essere soli! Non lo sarete, non oggi! Non esistono piu' gli heavy, i prog e i power, perche' oggi il vessillo sotto il quale combattiamo e' identico! Uccidiamo, uccidiamo per la nostra liberta' e per liberarci di questo cancro! ORA!!!"

    Il possente urlo scaturito dalle gole di ogni singolo metallaro presente sembro' lacerare l'aria e scuotere la terra stessa. Ora essi erano pronti al loro scopo ultimo della loro esistenza. Uccidere. Uccidere piu' tamarri possibili prima di morire.
    Immediatamente dopo segui' la carica. I tre leader si mossero all'unisono, Frahagrind e Mydhen davanti, Toul con la sua chitarra poco dietro, seguiti dall'orda di metallari assetati di sangue.
    Gli impreparati tamarri esitarono, sconvolti da tanta risoluzione. Ebbero a malapena il tempo di urlarsi qualcosa, poi si lanciarono anche loro in modo molto scomposto contro l'ondata di furia nera.

    "EHEHEH minchia oooh! Spalancate le gabbie! E' il momento porcoddue!"
    "Cominciate a suonare miei prog! Ricordate gli insegnamenti di Van Halen! Distruggeteli!!"

    Il primo impatto si concluse in uno sterminato fiume di sangue. Il potente martello di Mydhen spaccava crani ovunque, mentre Toul e i suoi prog, nelle retrovie, suonavano con una foga mai vista, caricando i loro alleati e aggredendo violentemente la mente dei loro nemici. Diversi metallari caddero sotto i piccoli ma tantissimi pugnali dei tamarri, ma d'altra parte loro morivano come mosche. Gli altri si limitavano a scavalcare i compagni caduti prendendo il loro posto.
    Frahagrind menava fendenti ovunque, assatanato come non mai, ma dopo una ventina di secondi di combattimento, allargo' le braccia e grido' esasperato al cielo.

    "QUESTA SPADA NON TAGLIA UN CAZZO, PORCODIOOO!"

    Un secondo dopo il possente martellone di Mydhen dilaniava un tamarretto giovane e ingenuo che stava per attaccare il suo amico, e contemporaneamente uno dei suoi fidi power gli mise in mano la propria spada. Certo, non era di smeraldo, ma almeno tagliava.
    La battaglia infurio' a lungo. Dopo una decina di minuti, durante i quali ogni singolo metallaro copriva le spalle di qualcun' altro, non importava di quale fazione egli fosse, e durante i quali tutti diedero il meglio di se, la situazione si fece drammatica. Non solo i tamarri, i cui cadaveri in terra erano almeno dieci volte piu' di quelli dei metallari, sembravano non finire mai, ma i prog piu' vicini riferirono che i tamarri stavano per allestire un gigantesco altoparlante con sfera luminosa stroboscopica.

    "Non ha importanza! Se ci attaccheranno con quei rumori infernali, voi suonate piu' forte! Non c'e' nulla di piu' potente di una chitarra amplificata ricordatevelo!" Fu la risposta secca di un Toul sempre piu' stanco ed esausto. Mydhen e Frahagrind invece sembravano invulnerabili, sebbene entrambi avessero diverse ferite su tutto il corpo. E nonostante questo, continuavano a falciare le linee nemiche, portando morte e distruzione con metodica efficacia, e ispirando coraggio anche a tutti gli altri metallari che li circondavano.

    Il precario equilibrio che si era creato, fu pero' infranto con la stessa velocita' con cui un fulmine incenerisce un'albero. In mezzo alle truppe tamarre, spuntarono degli abomini vomitati direttamente dalla bocca dell'inferno. Esseri di forma umanoide, molto piccoli e dai lunghi denti storti, con delle grezze alette bianche che gli spuntavano dalle natiche nude. Non un solo metallaro rimase impassibile. Tutti, inorriditi, abbassarono la guardia e cominciarono a cadere uno dopo l'altro, sotto gli attacchi congiunti di quelle creature alate e dei comuni tamarri. L'avanzata metallara divenne in fretta una cessione di terreno lenta e inesorabile. Ma quando i metallari stavano per abbandonare ogni speranza, successe qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere.

    Il lardoso minchiabboss, comodamente seduto su una portantina, si stava godendo lo spettacolo ridendo in modo grottesco, quando delle indistinte ombre nere sbucarono dagli alberi al limitare della piana di Deep, si avvicinarono a lui con una velocita' disumana, e in un solo istante le loro unghie lunghe lo dilaniarono e lo fecero a pezzi, mentre lanciava delle terribili urla di agonia. Urla che gli morirono in gola, quando la mano artigliata di una di quelle ombre si insinuo' nel suo ventre, e ne estrasse trionfante una manciata di intestini.

    "GHWKUAHLHALHAKKKRASH!!!"

    Era un urlo agghiacciante. Non era un grido di guerra o di incoraggiamento. Era il verso macabro di una belva fuori controllo. L'ombra levo' trionfante gli intestini di un minchiabboss ancora rantolante per terra in una pozza di sangue, e, quando fu sicuro che tutti si fossero fermati per vederlo - i tamarri sconvolti per la morte del suo capo, i metallari invece perplessi, stanchi ma fiduciosi - se li caccio' in bocca e comincio' a masticarli lordandosi di sangue e fluidi vari. Cosa che sembro' eccitarlo ancora di piu'...

    "MHASSAKRATELI! SHAKRIFIKATELI PER LA GHLORIA DEL MALE!!!

    E cosi', come se fossero comparse dal nulla, anche le legioni dei black piombavano alle spalle del nemico, falciandolo e insozzandosi il piu' possibile nel loro sangue, e cercando di farli morire con qualche organo interno fuoriuscito.

    Mydhen e Frahagrind si fissarono, sorridendosi con fare complice.

    "Certo che se la prende sempre comoda quell' Hemper."

    Mydhen ridacchio, ricominciando ad uccidere sistematicamente i nemici, che ancora sembravano inesauribili, ma con rinnovata energia. "Io invece direi che per una volta e' arrivato giusto in tempo. Forza, miei fratelli nel metallo! Unitevi a me, e non smettete di uccidere! Finiranno, finiranno presto!"

    E cosi' i metallari ricominciarono, sebbene dimezzati di numero, ad attaccare come degli esaltati, mentre nelle retrovie dei tamarri, i nuovi giunti black, si aprivano la strada in un tripudio di sangue, budella e viscere, miste alle loro bestiali urla "GRAKASH KHLLL!!!".

    Toul tuttavia non era ancora sicuro. Piu' vedeva la marea senza fine dei tamarri, e piu' si convinceva che avrebbero avuto bisogno di quell'arma definitiva. I black non avrebbero potuto fare la differenza, e nemmeno la morte di minchiabboss. Serviva un'estirpazione in profondita', e l'unico modo per averla era aspettare i Dream.

    "Soph. Non ce la faremo senza di voi. Muovetevi." Ebbe appena il tempo di sussurrare quella frase a se stesso, prima che qualcosa di affilato e gelido gli si piantasse nel torace, e che la sua bocca si riempisse di sangue. Vide Mydhen e Frahagrind. Si erano mossi di lato per salvarlo da due attacchi ai suoi fianchi. Vide il tamarro davanti a lui, con il coltello stretto in pugno, che ghignava. Vide lo spadone di Frahagrind abbattersi sul collo del tamarro, e la sua testa rotolare per terra. Udi' qualcuno che gridava il suo nome. Cadde, e tutto cio' che vide fu un terreno, un tempo verde e rigoglioso, ora devastato dal sangue, tutto calpestato dall'enorme stivale della guerra. Cadde, e non udi' piu' nulla.

    Edited by Xan_Kriegor - 5/12/2007, 13:43
     
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  10. Darkel !__!
     
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    Doc però io vorrei la comparsa di Burzum fra le fila dei metallari

    vedi quello che puoi fare
     
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  11.  
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    I was gonna shoot my way out.

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    non ho ancora letto.

    ma ho letto la parolìa "MALE" :sisi:
     
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  12. _Doc_
     
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    Burzum e' il guru della tribu' dei black
    Come Van Halen per i prog e gli Iron Maiden per gli heavy
     
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  13. Ale il Vampiro
     
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    Sapete cosa faccio io? Indosso la maglia di lana! E me la rido! ahahahahhahahahahaha (cit.)

    Praticamente era per dire che ho letto tutto :megalol:
     
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  14. _Doc_
     
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    Mi sono appena ricordato che voi non avete mai letto il finale che ho scritto mentre non frequentavo piu' BDA

    Beh, eccovelo. :snape:

    QUINDICESIMA PUNTATA

    “TOUL!!! OH MERDA, TOUL!!!”

    Il grido di Frahagrind rieccheggio’ nel campo di battaglia sovrastando il rumore dei combattimenti, e si fece strada tra le fila dei metallari insieme allo sconcerto e alla disperazione che ben presto si impossesso’ di loro. Frahagrind cadde in ginocchio accanto al suo compagno, e lo tiro’ su per le spalle scuotendolo lievemente. Alcuni tamarri tentarono di scagliarsi contro i due leader, ma Mydhen era rimasto davanti a loro. Non aveva osato voltarsi, ma era furioso. Nei suoi occhi brillavano l’ira e l’odio di un vero capo metallaro. Coloro che entravano nel raggio del suo martello, venivano inesorabilmente colpiti da una violentissima spazzata che frantumava loro le ossa e li sbalzava indietro di parecchi metri. “FRAHAGRIND! ALZATI MALEDIZIONE, TORNA A COMBATTERE!”

    Ma Frahagrind parve non udirlo. Voleva vendicare Toul, voleva davvero massacrare tutti quei maledetti parassiti tamarri, ma non poteva. Non ora, che l’irritante, odioso, pieno di boria capo dei prog giaceva a terra con il torace trafitto. Non ora, che il suo amico era ferito. “Toul… Toul, non fare scherzi! Non ci lascerai mica la pelle per colpa di un tamarro qualsiasi vero? Guarda, non e’ niente, adesso ti faccio portare lontano dal campo e ti facciamo ricucire, eh?”

    Mydhen era ancora in piedi, coperto di ferite, davanti all’orda infinita di tamarri che minacciosa incombeva, ma che non aveva piu’ tanta voglia di avvicinarsi a quella furia con il martello, che sembrava incenerirli con il solo sguardo. Parecchi altri metallari si misero al suo fianco, mentre ancora Frahagrind tentava di aiutare Toul, e mentre dalla parte opposta del campo di battaglia si levavano geyser di sangue e budella molto suggestivi, accompagnati da disumane urla senza apparente significato. “AAAGHW BLUKALAKKKKSSSSS!!!”

    “Aiutami a rialzarmi, Frahagrind.” Disse il capo dei prog con la voce rotta dal dolore.
    “Non se ne parla, sanguini, la tua battaglia e’ finita…” Rispose lui, prima di venire interrotto dalla voce irata di Toul.
    “Vaffanculo! Non me ne andro’ ora che tutta la nostra gente ha bisogno anche di me! Se saremo sconfitti, non ci sara’ un altro giorno per combattere lo capisci? Aiutami!”
    Frahagrind rimase paralizzato, ed in lui si fecero rapidamente strada un orgoglio ed una fierezza mai provati, nel sentire Toul parlare cosi’. Era davvero un figlio del metallo. Per questo motivo gli diede una leggera pacca sulla spalla e, rispettando il suo desiderio, lo aiuto’ a ritirarsi su. Egli vacillo’ per alcuni secondi, imbraccio’ di nuovo la massiccia chitarra e riprese a suonare con un vigore incredibile, seminando il panico tra le orde tamarre e riempiendo di incrollabile forza i cuori dei metallari. E cosi’ la battaglia ricomincio’ ad infuriare. Frahagrind si riporto’ al fianco di Mydhen, ed i due si scambiarono un eloquente sguardo prima di riprendere a dispensare morte e distruzione sul fronte tamarro, mentre i black guidati da Hemper devastavano le retrovie.

    Combatterono a lungo. Molto a lungo, e la stanchezza minacciava di finirli prima che loro potessero estinguere ogni tamarro rimasto. Per quanti ne morissero, erano ancora un numero improponibile. Ma come facevano a essere cosi’ tanti, impreco’ silenziosamente Frahagrind. I suoi compagni, i suoi fratelli cadevano inesorabilmente attorno a lui, ma a differenza dei tamarri, non c’erano altri due metallari a prendere il posto di ognuno che soccombeva. Maledizione… Maledizione. Un preciso fendente verso l’alto squarcio’ da una parte all’altra il viso di un tamarro cosi’ sciocco da avvicinarsi, ed un getto del suo sangue lo raggiunse negli occhi. Impreco’ ancora e, a causa della sorpresa, abbasso’ la guardia per pulirsi dal sangue. Poi, fu un attimo. Tre tamarri che Mydhen non riusci’ a fermare sciamarono sul capo dei power con un gridolino estasiato, assaporando la vittoria. Due di essi ebbero il cranio trafitto e spaccato da due pugnali, mentre il terzo fini’ impalato su una massiccia spada a due mani. E Frahagrind non pote’ nascondere la propria gioia quando, toltosi il sangue dagli occhi, vide al suo fianco Godiva e Venly. Quest’ultimo lo precedette e, sorridendo, e brandendo con efficacia mai vista lo spadone, si rivolse al suo capo. “Lo so Frahagrind, sei felice di vedermi, e tutto il resto. Ma non c’e’ tempo per spiegarti ora. Tu Mydhen e Toul dovete andare immediatamente sull’altura ad est della piana, prima della foresta. Soph vi sta aspettando li, e’ tutto un fremito.”

    “Toul e’ ferito.” Disse cupo Frahagrind abbattendo un tamarro quando questi lo graffio’ al braccio con il suo coltellino.

    “Ferito? Maledizione. Portate anche lui in qualche maniera, Soph e’ stato tassativo. E non temere… Da qui in poi ci pensero’ io. I conti si pagano sempre, prima o poi.” E mentre diceva cosi’, un ghigno crudele gli si dipingeva sul volto e scattava in avanti mulinando lentamente lo spadone, che faceva a pezzi tamarri a grappoli, seguito da Godiva che con letale grazia squarciava le gole dei nemici che aveva a portata di lama. Non ci volle molto agli altri metallari per capire cos’era accaduto, ed urlando si ributtarono nella mischia, avanzando implacabili e mettendosi al fianco dei loro nuovi “generali”. Frahagrind Rimase poco indietro, fissando per qualche istante il suo allievo. E’ cresciuto, si disse con una punta di orgoglio. Sara’ il vanto di tutti i power. Sara’ un grande leader, se sopravviveremo. Mydhen lo riscosse dai suoi pensieri poggiandoli una mano sulla spalla. “Non c’e’ tempo Frahagrind. Andiamo li prima che possiamo, credo proprio che ce l’abbiano fatta a tornare con successo.”
    Egli annui’, ed entrambi andarono da Toul, che era ridotto in condizioni spaventose. Gli occhi erano sbarrati, una pozza di sangue si era creata ai suoi piedi, e continuava a suonare come isolato dal resto del mondo, aggrappandosi a chissa’ quale forza rimastagli. I due gli afferrarono quindi un braccio ciascuno, costringendolo a smettere, e cominciarono a trascinarlo via dal campo di battaglia piu’ in fretta che potevano, dirigendosi al luogo dell’improvviso appuntamento. “Cosa… Dove… Mi portate… Devo… Devo…” Biascico’ Toul, evidentemente fuori di se dal dolore, e dall’emorragia.
    “Resisti Toul. Resisti ancora un po’, ci siamo. Ci siamo quasi.”

    Giunsero dopo pochi minuti in cima all’altura, piu’ simile ad una collina che ad altro, e vi trovarono con sorpresa Hemper in persona. Era un black dal temperamento atroce, gli occhi nerissimi ed i capelli dello stesso colore, ora impastati di sangue e gli Dei solo sanno di che cos’altro, provvisto di lunghi artigli. Stava masticando con visibile impegno qualcosa, ma ne Frahagrind ne Mydhen vollero interrogarsi sul cosa fosse. Non fecero in tempo a pronunciare una sola parola di saluto, che subito Hemper gli corse incontro a velocita’ folle, e quando fu ad appena mezzo metro da loro, caccio’ fuori la lingua e si prodigo’ in uno scream disumano. “BLEEEEE AHGRKABL BLBLBLAAAAAH!!!”. Se fosse possibile avere quattro infarti nello stesso momento, Mydhen e Frahagrind li avrebbero avuti.

    “HEMPER CRISTO!!!” Esclamo’ Frahagrind gia’ sull’orlo di una crisi di nervi.

    E lui, com’era quasi ovvio aspettarsi, ribatte’ prontamente. “CHRISHTO! SI, CRHISTO PORCHO STRACCIACHAZZI!! MWAHAHAH!!! DHIO CANE!!! BLHUA GHLAKAHAKAHKA!”

    Come faceva uno cosi’ a governare una tribu’ lo sapevano solo i black. Ma Frahagrind decise che non era proprio il momento di perdersi in simili speculazioni, anche perche’ dopo pochi istanti sopraggiunse anche Soph, raggelato alla vista di Toul. “Ma cosa… Che…?”

    “E’ stato ferito” Taglio’ corto Mydhen. “Ora non perdiamoci in chiacchiere e spiegaci perche’ siamo qui.”

    Soph si costrinse ad annuire, sebbene fosse evidente il suo sconcerto, ed infatti comincio’ a spiegare con la voce visibilmente esitante.

    “Abbiamo ritrovato la reliquia, come credo gia’ sappiate. Il motivo per cui voi siete qui, e’ che c’e’ bisogno di voi, che avete ricevuto la sacra investitura a governatori delle tribu’ del metallo. La reliquia” Prosegui’ mentre estraeva un rotolo di pergamena dal cilindro metallico che avevano ottenuto da quel gruppo in esplorazione alla Apocalypse tower “E’ una sorta di testamento, una profezia, non so bene cosa. E’ scritto in una lingua cosi’ antica che non sono riuscito a decifrare che qualche parola. Ma qui in fondo” ed indico’ quattro simboli grandi quanto un pugno apposti uno accanto all’altro in fondo alla pergamena “ci sono i simboli delle quattro tribu’. Sono uguali a quelli che voi possedete… E quindi…”

    Fu costretto ad interrompersi sussultando, quando si trovo’ la faccia di Hemper a pochi centimetri dalla propria, che gli disintegrava i timpani. “BLAAAAAAA GHKRLASHM ALAAAAAHHHH!”

    “… Ecco, e’ tutto. Non ho idea di cosa occorra fare di preciso, ma voi dovreste saperlo.” Poi si volse verso Frahagrind e gli parlo’ in modo piu’ confidenziale, indicandogli Hemper con lo sguardo che continuava imperterrito a masticare quella poltiglia che aveva in bocca. “… Fa sempre cosi’?”

    Lui scosse la testa sconsolato. “Si. Da quanto tempo e’ che ti fa quel giochetto?”

    “Da quando e’ arrivato qui, ogni cinque minuti.”

    “Tipico.” Concluse Frahagrind. Avrebbe sorriso, se la situazione non fosse stata drammatica. Prese la pergamena dalle mani di Soph e la studio’ brevemente. Senza pensarci prese il medaglione che portava al collo, sul quale era riportato il simbolo della tribu’ dei power, e lo osservo’ confrontandolo con quello disegnato sulla pergamena. Era identico. Nuovamente, quasi senza pensarci, volto’ il medaglione osservandone il retro. Un’incisione. Il capo dei power traccio’ con un dito i contorni del simbolo sulla pergamena, mentre recitava come se fosse in trance le parole incise sul medaglione.

    “Sono il power. Sono il sogno e la passione. Sono un fiero figlio del metallo.”

    Sotto di loro, la battaglia infuriava.

    Il simbolo apposto sulla pergamena prese a rilucere con grande stupore di tutti gli altri. Frahagrind sorrise fiducioso, e porse la pergamena ad Hemper. “Ecco come funziona.”

    Mydhen lo fisso’ sospettoso, continuando a sorreggere Toul. “Come facevi a saperlo…?”
    “Non lo sapevo affatto. Ho solo tentato.”

    Anche Hemper fece lo stesso. Prese il medaglione e ne recito’ le parole, mentre percorreva con la punta di un dito i contorni del simbolo sulla pergamena. “Shono il black. Shono il male e la morthe. Shono un fiero fhiglio del methallo.”

    Sotto di loro, la battaglia infuriava.

    Una volta che vide che anche il simbolo di Hemper si era illuminato, Mydhen tese la mano impaziente e si fece consegnare la pergamena, che mise davanti a Toul. “Tieni duro amico mio… Non morire. Il tuo ultimo sforzo, e poi potrai riposare… Toul…”

    Il capo dei prog gemette, e non pote’ dare altra risposta se non annuire debolmente. Ci stava lasciando la pelle, ma si fece forza e poggio’ la punta del dito sulla pergamena che Mydhen gli stava tenendo davanti, e traccio’ il suo simbolo leggendo dal retro del suo medaglione.

    “… Sono il prog … Sono la superbia … e l’istinto … Sono … Un fiero figlio del metallo.”

    Sotto di loro, la battaglia infuriava.

    Ed il terzo simbolo brillava. Gli occhi di Soph, di Frahagrind e di Hemper erano puntati su Mydhen che annui’ serio. Il capo dei power si avvicino’ e sorresse Toul, che aveva richiuso gli occhi e si era letteralmente afflosciato tra le sue braccia. Solennemente, Mydhen prese il suo amuleto e recito’ le parole su di esso incise, tracciando il simbolo come avevano fatto i suoi compagni prima di lui.

    “Sono l’heavy. Sono l’odio e la furia. Sono un fiero figlio del metallo.”

    Sotto di loro la battaglia infuriava. Ma sopra di loro si condensarono pesanti nuvole nere. Ora tutti e quattro i simboli brillavano, e da ciascuno di essi scaturi’ un raggio’ che ando’ a colpire le nuvole. Il boato che segui’ fu di una potenza tale che chiunque nella piana di Deep venne scaraventato a terra. Le nuvole si muovevano e si contorcevano ad una velocita’ incredibile, quasi fossero vive, e vennero pervase di leggere scariche elettriche. Infine si aprirono dopo diversi secondi, rivelando una luce accecante, all’interno della quale si scorgevano i contorni di quattro figure.

    Solo quando la luce si dissipo’, finalmente i loro contorni divennero visibili. Erano quattro colossali uomini. Il primo vestiva una leggera armatura di cuoio, lunghi capelli biondi ricadevano fluenti sulla sua schiena, e brandiva una mastodontica spada dorata. Il secondo era un uomo pallido dall’aria truce, capelli corvini che incorniciavano il suo sguardo omicida, vestito unicamente di lucida pelle nera e con una grossa mazza ferrata coperta di filo spinato stretta nel pugno. Il terzo indossava normali abiti in cuoio nero, imbracciava un’immensa chitarra dalle inquietanti sagome spinate e su ciascuna spalla aveva una grossa scatola nera che ronzava in modo sinistro. L’ultimo era a cavallo, ed era totalmente rivestito da una impenetrabile armatura d’acciaio che celava ogni parte di lui. Si sarebbe detto che fosse semplicemente un’armatura vuota. Nessuno di quei quattro disse nulla durante la loro discesa sul campo di battaglia, ma chiunque sapeva chi erano. Erano gli Dei delle ere Antiche, tornati a vendicare l’incrollabile spirito dei defunti. Erano i creatori della razza del metallo.

    Scesero sulla terra, e si misero a massacrare sistematicamente ogni tamarro avessero in linea di vista. La dorata spada del power tranciava in due centinaia di tamarri alla volta, e altrettanti ne frantumava la potente mazza del black. Al prog bastava toccare le corde della sua chitarra, e dagli amplificatori che aveva sulle spalle fuoriusciva una scarica sonica di intensita’ disumana che faceva letteralmente esplodere i tamarri, ormai in preda alla piu’ nera disperazione. Il cavallo dell’heavy travolgeva e schiacciava sotto gli zoccoli chiunque si trovasse sulla sua strada, mentre i suoi magli distruggevano le teste dei tamarri che aveva ai fianchi. Il massacro non duro’ che un minuto, forse due. La piana di Deep era diventata un mattatoio, ed il sangue era sparso ovunque. Non un solo tamarro era stato lasciato in vita, ed i metallari fissavano ammutoliti e rispettosamente i loro supremi Signori. Tutti e quattro volsero il capo all’indietro e proruppero in un terribile urlo di vittoria. I metallari erano silenziosi, scossi, il loro cuore riempito dall’emozione. Stanchi, feriti, decimati, ma vittoriosi al cospetto dei loro signori.

    Toul era rimasto tra le braccia di Frahagrind, incapace di sorreggersi in piedi, con gli occhi semi aperti. Vide i quattro Dei trionfare su un letto di cadaveri, prima che venissero di nuovo avvolti dalla luce e che cominciassero a fluttuare di nuovo verso il cielo. Vide la pergamena che avevano utilizzato ridursi in polvere tra le mani di Mydhen. Vide il suo popolo , all’unisono come un solo essere, alzare la mano destra verso i loro signori, il pollice l’indice e il mignolo distesi nell’universale saluto. Li fisso’ finche’ i quattro non scomparvero di nuovo tra le nubi, e sorrise. E il buio lo avvolse.
     
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  15. Sniper-Viper
     
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    Ora che è finito mi tocca riprendere a leggerlo :sisi:

    Tra l'altro ho letto i primi due capitoli degli hunter dal tuo blog, molto belli :sisi:
     
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34 replies since 21/10/2006, 14:50   807 views
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